lunedì 23 novembre 2015

La felicità non è una truffa (e nemmeno una gara)

Ci hanno educato a vivere puntando in alto. Ci hanno insegnato a credere nell'ambizione, nella competizione, nell'arte dell'arrivare primi, in tutto ciò che richiede la fatica di spiccare il volo.
Ci hanno inculcato questa cosa per cui la felicità è fatta di sforzo, di impegno, di costanza, quasi come fosse uno sport piuttosto che una condizione dell'anima.
Ci hanno convinto del fatto che per essere felici occorra correre, spostarsi, andare, tornare, poi ripartire ancora, in un moto perpetuo.

E se invece la felicità, in quanto condizione, fosse fatta di staticità? 
Una persona, una casa, una città, un panorama. Unici e irripetibili, talmente speciali da volerci piantare le radici.
C'è qualcosa di sbagliato in tutto ciò?
C'è qualcosa di sbagliato nel rifiutare di farsi trascinare dalla corrente ed adagiarsi in un'ansa tranquilla, se è ciò che davvero si desidera?

(A quanto pare, sì.)



domenica 2 agosto 2015

You've got the love.

Sentirsi ascoltati, percepire l'accettazione attraverso l'altrui silenzio.
Nemmeno capiti, forse questo sarebbe qualcosa di sovrumano – e anche superfluo. 

Sentirsi accettati per ciò che si è; per i pochi pregi e i molti difetti. Per i limiti che ci fanno tendere all'umanità, perché è questo ciò che siamo.
Umani bisognosi di poter manifestare liberamente la propria natura. Non macchine da lavoro o animali da competizione. 

Persone che sono come un raggio di luce che attraversa una crepa nel cuore, luce che rischiara l'anima e improvvisamente rende migliore ogni angolo di se stessi.
Dita che si intrecciano, corpi che si uniscono, membra che diventano una cosa sola. 
Per sentirsi completi, finalmente integri.
Forse questo è amore.

Dita che si sfiorano e attraverso le quali passano emozioni che nessuna parola potrebbe mai esprimere. 





sabato 13 giugno 2015

I SWEAR I LIVED.

Tutti mi dicono che non sarà sempre così.
Che ci saranno cambiamenti e mutamenti e rapporti che si scioglieranno e tanti altri che nasceranno.
Ed io vi credo – davvero – ma per adesso mi sento viva così. 

Le amiche di sempre, qualche birra e il cielo stellato a farci da sfondo. 
La comfort zone che non è mai stata così comoda. 
Per qualche ora, ogni ansia scompare per lasciare il posto alla felicità delle piccole cose che, come fossero aria, riempiono ogni spazio vuoto del cuore.

"Sei ogni mio complemento di luogo".
Non importa da dove siamo arrivate, né dove siamo dirette e tantomeno attraverso quali luoghi passeremo: siamo qui, siamo vive e siamo brillanti come le stelle, infinite come l'universo.
E a noi va bene così. 



mercoledì 10 giugno 2015

Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

Ti diranno che non sei capace.
Che è troppo alto per te. Troppo difficile
Troppo qualunque cosa, per te che avanzi in questo mondo a passi incerti cercando di non farti calpestare. 


E allora, nell'esatto istante in cui ce la farai, nell'esatto istante in cui spiegherai le ali e volerai, perché sai di poterlo fare, perché volere è potere e tu lo vuoi ardentemente, li lascerai tutti a bocca aperta.
E volerai alto, 
e l'altezza amplificherà ogni percezione.
Le persone piccole saranno ancor più piccole,
le persone belle saranno meravigliose
e le persone speciali, quelle che ti hanno spinto fuori dal nido per aiutarti a spiccare il volo, appariranno in tutta la loro infinitezza.

Pleasure is oft a visitant; but pain clings cruelly to us.

Stanchezza.
Spengo la sveglia al mattino contando le ore che mi separano dal finire della giornata.
E però, nonostante tutto, nonostante la negatività, il rancore, la cattiveria gratuita e irrazionale, mi scopro persino a sorridere.

Penso. Penso un sacco e poi mi sorprendo se inciampo mentre cammino o dimentico il latte sul fuoco o mi ustiono i polsi cucinando.

Mani che si intrecciano. Polpastrelli che sfiorano ogni centimetro di pelle. Capelli, tantissimi capelli in cui perdersi. L'incavo della sua spalla che sembra essere fatto apposta per accogliere la mia tristezza.
Ecco a cosa penso.
Dimentico il latte sul fuoco mentre cerco di ricordare come si coniugano i verbi in prima persona plurale.
Inciampo pensando a come sia potuto accadere che io - io l'egocentrica, io l'egoista, io l'ipocrita - abbia abbassato ogni difesa, deposto ogni arma e mi sia tuffata a largo, dove l'acqua è di quel blu talmente scuro da non vedere nulla, senza nemmeno uno straccio di salvagente, senza nessun altro a tenermi la mano di nascosto.
Mi arrivano schizzi di olio bollente sui polsi e penso che tutta quest'incoscienza farà molto più male di questa carne un po' soffritta.




Ma va bene così, ormai sono preparata a medicare qualunque ferita.

domenica 7 giugno 2015

JUST 19 AND SUCKER'S DREAM.

Fa caldo.
Caldo che la t-shirt bianca che non mi appartiene si incolla sulla pelle.
Caldo che le natiche nude si appiccicano sulla sedia dello scrittoio.
Hegel, Marx, Prima Guerra Mondiale, Leopardi, Keats, Bequer, Baudelaire, Rivoluzione russa, limiti, derivate, l'elettricità.
Credo di aver letto che una forza si dice conservativa se il lavoro svolto per effettuare uno spostamento dipende esclusivamente dal punto di partenza e quello d'arrivo, impassibile al tragitto che si compie per effettuarlo.
Una carica elettrica minuscola. Piccola, insignificante, impercettibile, che non incide minimamente su ciò che la circonda.
E pensare che io fisica la detesto.
Ma quanto vorrei potermene fregare del tragitto.
Partenza e arrivo, punto A e punto B. Con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il mondo che scivola sulle mie spalle, sulla mia schiena, fino a farsi calpestare sotto i miei piedi.
Mutismo e indifferenza.
Questo sì, questo sarebbe il mio desiderio più grande.


martedì 26 maggio 2015

NON È IL MOMENTO.

Non è il momento di prendere scelte, imboccare strade senza via d'uscita.
Non è il momento di riflettere e ponderare e calcolare e schematizzare come se si stesse lavorando su di un foglio Excel.

Questo è il momento dei fogli bianchi formato A4 da scarabocchiare e poi cancellare, stropicciare e stirare sotto il peso dei libri che non si ha mai tempo di leggere. 
È l'hic et nunc, è la strada sbagliata in cui bloccare il traffico per fare inversione di marcia.
È il momento di essere incoerenti e cambiare opinione e poi ricambiarla ancora perché chi non sa cambiare idea non crescerà mai.

È il momento dell'azione senza riflessione, dell'incoscienza e dell'inconsapevolezza che nessuno saprà più restituirci.

È il momento in cui la vita conosce un solo ritmo: quello delle pulsazioni cardiache e del sangue che corre nelle arterie.