Quasi due anni fa, quando ci fu un'altra – ennesima – tragedia del mare, scrivevo qui di quanto mi sentissi fortunata ad essere nata nella sponda giusta del Mediterraneo, io che di questo mare mi sento figlia di cuore e di sangue, che so cosa c'è al di sotto di Lampedusa.
Oggi, di fronte alle immagini dell'ennesimo barcone carico di disperazione che si è rovesciato in quello che una volta era il Mare Nostrum, percepisco chiaramente quella stessa sensazione.
E allora prima di improvvisarci tutti esperti di politica internazionale e legislatori in materia d'immigrazione, ricordiamoci che siamo tutti uomini, ed è solo il fato a scegliere dov'è che nasciamo.
Perché ad essere Charlie eravamo buoni tutti, ma nessuno riesce mai ad immaginarsi come un corpo senza nome e senza tomba la cui unica colpa è quella di aver tentato di trovare una vita degna di essere definita tale.
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