sabato 13 giugno 2015

I SWEAR I LIVED.

Tutti mi dicono che non sarà sempre così.
Che ci saranno cambiamenti e mutamenti e rapporti che si scioglieranno e tanti altri che nasceranno.
Ed io vi credo – davvero – ma per adesso mi sento viva così. 

Le amiche di sempre, qualche birra e il cielo stellato a farci da sfondo. 
La comfort zone che non è mai stata così comoda. 
Per qualche ora, ogni ansia scompare per lasciare il posto alla felicità delle piccole cose che, come fossero aria, riempiono ogni spazio vuoto del cuore.

"Sei ogni mio complemento di luogo".
Non importa da dove siamo arrivate, né dove siamo dirette e tantomeno attraverso quali luoghi passeremo: siamo qui, siamo vive e siamo brillanti come le stelle, infinite come l'universo.
E a noi va bene così. 



mercoledì 10 giugno 2015

Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.

Ti diranno che non sei capace.
Che è troppo alto per te. Troppo difficile
Troppo qualunque cosa, per te che avanzi in questo mondo a passi incerti cercando di non farti calpestare. 


E allora, nell'esatto istante in cui ce la farai, nell'esatto istante in cui spiegherai le ali e volerai, perché sai di poterlo fare, perché volere è potere e tu lo vuoi ardentemente, li lascerai tutti a bocca aperta.
E volerai alto, 
e l'altezza amplificherà ogni percezione.
Le persone piccole saranno ancor più piccole,
le persone belle saranno meravigliose
e le persone speciali, quelle che ti hanno spinto fuori dal nido per aiutarti a spiccare il volo, appariranno in tutta la loro infinitezza.

Pleasure is oft a visitant; but pain clings cruelly to us.

Stanchezza.
Spengo la sveglia al mattino contando le ore che mi separano dal finire della giornata.
E però, nonostante tutto, nonostante la negatività, il rancore, la cattiveria gratuita e irrazionale, mi scopro persino a sorridere.

Penso. Penso un sacco e poi mi sorprendo se inciampo mentre cammino o dimentico il latte sul fuoco o mi ustiono i polsi cucinando.

Mani che si intrecciano. Polpastrelli che sfiorano ogni centimetro di pelle. Capelli, tantissimi capelli in cui perdersi. L'incavo della sua spalla che sembra essere fatto apposta per accogliere la mia tristezza.
Ecco a cosa penso.
Dimentico il latte sul fuoco mentre cerco di ricordare come si coniugano i verbi in prima persona plurale.
Inciampo pensando a come sia potuto accadere che io - io l'egocentrica, io l'egoista, io l'ipocrita - abbia abbassato ogni difesa, deposto ogni arma e mi sia tuffata a largo, dove l'acqua è di quel blu talmente scuro da non vedere nulla, senza nemmeno uno straccio di salvagente, senza nessun altro a tenermi la mano di nascosto.
Mi arrivano schizzi di olio bollente sui polsi e penso che tutta quest'incoscienza farà molto più male di questa carne un po' soffritta.




Ma va bene così, ormai sono preparata a medicare qualunque ferita.

domenica 7 giugno 2015

JUST 19 AND SUCKER'S DREAM.

Fa caldo.
Caldo che la t-shirt bianca che non mi appartiene si incolla sulla pelle.
Caldo che le natiche nude si appiccicano sulla sedia dello scrittoio.
Hegel, Marx, Prima Guerra Mondiale, Leopardi, Keats, Bequer, Baudelaire, Rivoluzione russa, limiti, derivate, l'elettricità.
Credo di aver letto che una forza si dice conservativa se il lavoro svolto per effettuare uno spostamento dipende esclusivamente dal punto di partenza e quello d'arrivo, impassibile al tragitto che si compie per effettuarlo.
Una carica elettrica minuscola. Piccola, insignificante, impercettibile, che non incide minimamente su ciò che la circonda.
E pensare che io fisica la detesto.
Ma quanto vorrei potermene fregare del tragitto.
Partenza e arrivo, punto A e punto B. Con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il mondo che scivola sulle mie spalle, sulla mia schiena, fino a farsi calpestare sotto i miei piedi.
Mutismo e indifferenza.
Questo sì, questo sarebbe il mio desiderio più grande.